WYDZIAŁU TEOLOGICZNEGO UNIWERSYTETU OPOLSKIEGO
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- Krystian Matysiak
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3 WYDZIAŁU TEOLOGICZNEGO UNIWERSYTETU OPOLSKIEGO
4 Adres redakcji: Scriptura Sacra ul. Drzymały 1a, PL Opole tel. (077) , fax: (077) ZESPÓŁ REDAKCYJNY: Redaktor naczelny: Ks. Bernard Polok Z-ca redaktora naczelnego: Ks. Krystian Ziaja ZESPÓŁ RECENZENTÓW: Ks. Janusz Czerski (WT UO Opole) O. Andrzej S. Jasi ski OFM (WT UO Opole) Ks. Ryszard Kempiak (PFT Wrocław) Ks. Józef Kozyra (WT U Katowice) O. Hugolin Langkammer (KUL Lublin) Ks. Stanisław Pisarek (WT U Katowice) Ks. Mariusz Rosik (PFT Wrocław) Projekt okładki: Ks. Piotr Paweł Maniurka Redakcja techniczna i skład komputerowy: Krzysztof Suszko Druk: Drukarnia Wydawnictwa wi tego Krzy a Opole, ul. Katedralna 4, tel. (077)
5 ARTYKUŁY SCRIPTURA SACRA Rok 12/2008 KS. KRZYSZTOF SIWEK Warszawa L identità di Israele in Es 19,1-8 Una lettura sincronica del testo Introduzione Il titolo di questa ricerca fa riferimento a quello che riteniamo il problema principale, del testo considerato, Es 19,1-8, studiato e discusso da tanti studiosi che ne hanno indicato gli aspetti diversi: il suo origine, la forma letteraria e il significato delle espressioni utilizzate 1. Gli esperti si concentravano però principalmente sull analisi diacronica del passo e sembra che la lettura sincronica sia stata utilizzata sopratutto situando il testo nel contesto più ampio (Es 19-24) 2. Scarseggia l analisi più profonda del testo Es 19,1-8 che viene anche definito come introduzione alla tradizione sinaitica 3. 1 Un ampia bibliografia su queste ricerche indica nel suo articolo J.L. SKA, Exode 19, 3b-6 et l identité de l Israël postexilique, Studies in the Book of Exodus. Redaction-Reception-Interpretation, ed. M. Vervenne (BETL 126), Leuven 1996, p. 290, note Y. AVISHUR, The Narrative of the Revelation At Sinai (Ex 19 24), Studies in Historical Geography and Biblical Historiography, ed. G. Galil (VTS 81), Leiden Boston Köln 2000, p ; TH. BOOIJ, Mountain and Theophany in the Sinai Narrative, Bib 65 (1984), p. 1 26; M. HAELVOET, La théophanie du Sinaï. Analyse littéraire des récits d Ex 19 24, EThL 29 (1953), p ; J. LOZA, El don de la ley (Ex 19 24; 32 34), EfMex 44 (1997), p ; B. RENAUD, La Théophanie du Sinaï. Ex 19 24, Paris 1991; J.P. SONNET, Le Sinaï dans l événement de la lecture. La dimension pragmatique d Ex 19 24, NRT 111 (1989), p Ci sono ovviamente gli studi che fanno la parte importante nella ricerca ma si concentrano soprattutto sul discorso di Dio (19,3-6) senza approfondimento della questione narrativa dei versetti 1-2 e 7-8. Vanno qui menzionati: G. BARBIERO, MAMLEKET KOHANÎM (Es 19,6a): I sacerdoti al potere?,
6 6 Ks. Krzysztof Siwek Il metodo sincronico cerca di trovare unità del testo che viene come tale trasmesso al lettore. Perciò il nostro primo scopo sarà cercare gli elementi e le sfumature che ci permettano di classificarlo come un testo unitario. Dal punto di vista formale il brano contiene sia le narrazioni sia i discorsi, tra i quali il primo è il discorso di Dio al popolo attraverso Mosè. Ci concentreremo dunque su di esso esaminandolo dal punto di vista sincronico indicandone il valore anche stilistico e considerando la sua costruzione raffinata. Prenderemo in considerazione anche la questione delle ripetizioni e il loro ruolo importante nel racconto (le coordinate spaziali e temporali che si collocano all inizio). Vedremo anche il fenomeno delle parole-guida che vengono riprese più volte nel brano, denotandone lo sviluppo semantico. Nella parte centrale di questo percorso ci occuperemo dell esegesi fatta sulla base della segmentazione. Indicheremo i passi più importanti sulla base dell analisi narrativa: l esposizione del testo, l inizio dell azione, il climax e la risoluzione. Secondo questi criteri verrà strutturato e analizzato il testo. 1. Indagini preliminari All inizio della nostra ricerca dobbiamo guardare a tutto il testo esaminando gli ambiti che ci danno una prospettiva generale e utile per comprendere la struttura letteraria del testo, il suo contenuto e il messaggio. Determiniamo i tre passaggi fondamentali: (1) Delimitazione del testo (2) Critica testuale e tradizione accurata (3) Segmentazione 1.1. Delimitazione del testo Per la retta compressione del testo è necessario analizzare la pericope che precede e segue il brano scelto. L analisi segue criteri drammatici e stilistici: dagli elementi di cambiamento del tempo, del luogo, dei personaggi e dell azione, fino alle ripetizioni, le inclusioni e il cambiamento del vocabolario 4. Cominciamo con i criteri drammatici per seguire più avanti anche quelli stilistici. RB 37 (1984), p ; J. COPPENS, Exode 19,6: Un royaume ou une royauté de prêtres?, EThL 53 (1977), p ; H. JAGERSMA, Structure and Function of Exodus 19, 3b-6 (ACEBT Supp. 2), Maastricht 2001, p ; D. MUÒOZ LEON, Un reino de sacerdotes y una nación santa Ex 19,6, EB 37 (1978), p ; A. SCHENKER, Drei Mosaiksteinchen. Königreich von Priestern, und ihre Kindern gehen weg, wir tun und wir hören (Exodus 19,6; 21,22; 24,7), Studies in the Book of Exodus. Redaction-Reception-Interpretation, ed. M. Vervenne (BETL 126), Louven 1996, p ; SKA, Exode 19, 3b-6 et l identité de l Israël postexilique, p Cfr. Anche molto di pi precisa divisione fatta da G. Mlakuzhyil, The Christocentric Structure of the Fourth Gospel (AnBib 117), Rome 1987, p
7 L identità di Israele in Es 19,1-8 7 Il testo che precede il brano in oggetto descrive l incontro di Mosè con il suocero, che era venuto al campo dei Israeliti. In 18,19a leggiamo come Mosè prenda il posto privilegiato tra il popolo davanti a Dio. Questo fatto sarà sviluppato nel capitolo successivo, dove vedremo Mosè davanti a Dio come intermediario con il suo popolo. L elemento che lega i due testi è Ietro che annunzia à Mosè come comportarsi davanti a Dio e agli uomini. Dopo questo legame tra i due testi, cerchiamo adesso di indicare gli elementi che delimitano la nuova unità. Abbiamo, già all inizio, due espressioni temporali, che ci fanno situare il testo nel nuovo ambiente: e subito dopo. Ambedue si riferiscono all uscita dall Egitto (19,1). Il nuovo tema si apre con Mosè che sale sulla montagna per presentarsi a Dio (19,3) e parla con Lui. Mose si presenta a Dio per la prima volta salendo sulla montagna, atto compiuto altre volte (cfr. altri testi successivi, per esempio Es 24, ; 34,4). Da questo momento la montagna diventa il luogo principale dell azione, dove si crea il nuovo modello della comunicazione tra Dio e Mosè e tra Dio e il popolo. È così necessario riprendere il rapporto fra il nostro brano e quanto dello prima. Dio chiama Mosè in Es 17,5.14 e gli ordina di trasmettere le sue parole al popolo. Il popolo sta sempre a distanza a Dio e attraverso Mosè ha un ruolo nuovo, diventa il collaboratore di Dio (Es 19,5-6). All interno del popolo il gruppo «degli anziani» ha il ruolo più significativo (19,7), sopratutto perché sono i primi a sentire il discorso divino trasmesso da Mosè. La loro importanza viene articolata tante volte, sopratutto nel contesto degli eventi decisivi della storia d Israele (cfr. per esempio alcuni testi: Es 12,21; 17,5.6; 19,7; 24,1.9.14). Nel brano è un modello di comunicazione particolare: Dio parla dalla montagna, il popolo risponde dal deserto. C è distinzione fra sacrum e profanum. L intermediario fra i due mondi, il divino e l umano, è Mosè. Il nostro brano termina con la risposta da parte del popolo (19,8). Poi Mosè torna sulla montagna per portare la riposta a Dio. Il versetto successivo ci presenta il nuovo elemento: Dio informa Mosè della sua manifestazione nella densità della nube. Comincia la preparazione di questa manifestazione divina che introduce il brano nuovo del testo (19,9-15). Abbiamo un cambiamento nell azione e una forma verbale che inizia il versetto 9 (rmayw), introduce il nuovo discorso divino.
8 8 Ks. Krzysztof Siwek 1.2. Traduzione e critica testuale Nel terzo mese, dopo che i figli di Israele erano usciti dalla terra d Egitto, in questo giorno arrivarono al deserto del Sinai. Partirono da Refidim, entrarono nel deserto del Sinai, si accamparono nel deserto. Israele si accampò di fronte al monte. Mosè sali verso Dio. Il Signore lo chiamò dalla montagna dicendo: così dirai alla casa di Giacobbe e dichiarerai ai figli d Israele: Voi avete visto che ho fatto all Egitto, vi ho portato su ali di aquile e vi ho fatti venire a me. E adesso, se veramente ascolterete la mia voce e osserverete il mio patto, sarete la mia proprietà personale fra tutti i popoli. Si, tutta la terra è mia ma voi sarete per me un regno di sacerdoti, una nazione santa. Queste parole tu dirai ai figli d Israele. Mosè andò. Convocò gli anziani del popolo. Espose loro tutte quelle parole che il Signore gli aveva ordinato. Tutto il popolo rispose insieme. Dissero: tutto quello che il Signore ha detto, noi faremo. Mosè riportò le parole del popolo al Signore. Versetto 2 Si deve notare che il testo dei LXX omette le parole probabilmente dato che il verbo viene ripetuto la seconda volta nella stessa frase. Versetto 3 In questo versetto troviamo i problemi testuali che presentano una certa ambiguità nella lettura del testo. Questi problemi vengono espressi sopratutto nel confronto del TM con i LXX (cfr. tab. 1). Tabella 1 TM LXX 3a: 3ba: 3bb: Il TM ci presenta Mosè che sale senza nessuna chiamata da parte di Dio. Il testo non menziona neanche la montagna. Abbiamo qui un sintagma inte-
9 L identità di Israele in Es 19,1-8 9 ressante: il verbo e il nome divino che sono legati mediante una preposizione. Questo caso è particolare anche per l uso di questa costruzione e perché si dice sempre che Mosè viene chiamato da Dio per salire da lui 5. Il testo dei LXX ha riconosciuto questo problema e cerca a risolverlo aggiungendo un nuovo elemento che non viene presentato nel testo masoretico «Mosè sali sulla montagna di Dio». Ovviamente lo fa per chiarire il TM. Secondo però le regole della critica testuale (lectio brevior e lectio dificilior) possiamo concludere che la spiegazione dei Settanta è superflua e il TM abbastanza chiaro suggerisce che, per incontrare Dio, Mosè doveva salire sulla montagna. L altro problema di questo versetto tocca l alterazione del nome divino. I LXX e anche la versione siriana cambiano il TM mettendo al posto di. Queste due versioni cercano, come sembra, di enfatizzare il fatto che «la montagna del Signore» ( ) venga descritta come «la montagna sacra» (cfr. Es 3,1; 4,27; 18,5; 24,13). In questo modo le versioni menzionate sembrano più coerenti nel concludere che si tratti sempre della stessa «montagna del Signore» 6. Il Signore chiama Mosè dalla montagna, come dice il TM, ma notiamo che uno dei manoscritti greci (B314) dice che il Signore lo chiama «dal cielo». Ma questo cambiamento non è decisivo e sembra essere un cambiamento più teologico che essenziale. Versetto 4 Alcuni manoscritti, e anche il Targum, mettono al posto di. Cambiando la preposizione i rabbini volevano mettere in rilievo la natura dell attività divina: l atto dell amore verso Israele e l opera della giustizia verso l Egitto. Questa relazione così evidenziata ci mostra che il Signore da una parte vuole punire l Egitto per ciò che aveva fatto ad Israele, dall altra parte desidera trarre in salvo il suo popolo 7. 5 Ci sono però i tre testi che hanno la costruzione molto simile, sempre nel libro d Esodo (19,24; 24,1; 32,30), ma in questo punto dobbiamo notare almeno due differenze. Prima, in quelli testi viene usato l appellativo hwhy mentre nel nostro si dice ~yhla. Secondo, nei testi elencati viene usato il discorso diretto, mentre Es 19,3 fa parte di una catena narrativa. 6 J.W. WEWERS, Notes on the Greek Text of Exodus (Society of the Biblical Literature. Septuagint and Cognate Studies Series 30), ed. C.E. Cox, Atlanta Georgia 1990, p C. HOUTMAN, Exodus II: Chapter 7: 14 19: 25, Kampen 1996, p
10 10 Ks. Krzysztof Siwek L altra espressione che viene interpretata dalle versioni antiche è. Mentre la Vulgata traduce questa figura alla lettera (super alas aquilarum), i LXX 8, la versione siriaca e il Targum introducono un cambiamento: al posto di mettono la congiunzione w`sei, 9. Questo intervento nel TM «atténue l image en substituant une comparaison à la métaphore» 10. Versetto 5 Probabilmente per risolvere il problema con interpretazione dell espressione i LXX aggiungono e cosi prova a chiarire il TM: «sarete per me il popolo privilegiato» 11. La chiarificazione accentua la posizione di Israele rispetto alle altre nazioni. Versetto 7 Il frammento di Geniza del Cairo aggiunge larfy per precisare chi sia il destinatario del messaggio divino. Questo chiarimento non sembra necessario, poiché dal contesto si sa che si riferisce agli anziani d Israele. Versetto 8 Due volte i LXX per il nome divino usano il sostantivo. Traduzione abituale di. Vale la pena notare che in tutto il testo di Es 19,1-8 il nome divino viene usato quattro volte. Il testo dei Settanta interviene nel TM cambiando la denominazione divina (cfr. 19,3.7.8ab); mentre il TM usa due forme differenti ( solo in 19,3 e in altri casi ), i LXX sempre utilizzano come l equivalente di. Questo sarebbe una conseguenza del primo cambiamento in 19,3. I LXX aggiungono ancora a completamento del TM per coerenza con il versetto 5, dove Dio comincia a parlare proprio con questo verbo. Dopo far questa ricerca sulle varianti del testo possiamo notare che le traduzioni non interferiscono molto nel TM. I cambiamenti fatti dai LXX cer- 8 Le versioni greche non sono d accordo nella traduzione del testo masoretico. Mentre Simmaco aggiunge w`j Aquila e Teodozione rendono TM alla lettera. 9 Il Targum mette. 10 La Bible d Alexandrie, 2: L Exode, trad., et not. par A. Le Boulluec et P. Sandevoir, Paris 2004, p Probabilmente in questo punto i LXX segue un pensiero di Dt 7,6; 14,2; 26,18.
11 L identità di Israele in Es 19, cano di risolvere alcuni problemi di comprensione testuale del TM (19,3.5). Il testo dei LXX tenta di standardizzare il TM usando un solo nome divino. Si notano anche alcuni tentativi di interpretare il TM partendo dal Targum (19,4). Comunque tutte queste ingerenze non influiscono sulla comprensione del TM Segmentazione di Es 19,1-8 La segmentazione è un processo di individuazione di micro-unità all interno di una pericope. Per determinare questa micro-unità useremo come criteri: il tempo, il luogo, il personaggio e il tema. Il nostro brano comincia col dare alcune informazioni sul luogo e il tempo dell azione. Questa parte viene chiaramente separata dal resto del testo formando una esposizione, che risponde alla domanda: dove? Nel deserto del Sinai. Quando? Nel terzo mese, in questo giorno. Più avanti introduce anche i personaggi il popolo d Israele che è accampato nel deserto. La seconda parte del nostro brano introduce i due protagonisti della narrazione: Dio e Mosè. Possiamo chiamare questo passo «l inizio dell azione». Mosè sale verso Dio. Questo fatto attira l attenzione del lettore su quanto sta succedendo. Il lettore deve porsi una domanda: cosa succede adesso? Da questo momento il narratore ci presenta un monologo che Dio rivolge a Mosè. Questo è il climax di tutta narrazione. Dio si rivela a Mosè e gli manifesta la sua volontà che tocca direttamente Israele. Poi Mosè scende e si presenta agli anziani d Israele per riferire tutto ciò che Dio ha ordinato. La nostra micro-unità si conclude con una risoluzione che contiene l accettazione del popolo d Israele di tutto ciò che Dio aveva detto. In questo modo possiamo notare che nel nostro testo la storia è presentata da un azione (Mosè sale verso Dio per poi scendere verso il popolo) e da un monologo divino. Tutta questa struttura del testo viene adesso presentata, rendendo conto delle osservazioni già fatte. Esposizione 1a 1b 0,1 2b
12 12 Ks. Krzysztof Siwek Inizio dell azione 3a Climax 3b 3c 4a 4b 4c 5a 5b 6a 6b Risoluzione 7a 7b 8a 8b 2. La lettura sincronica di Es 19,1-8 Procediamo all analisi letteraria del testo attraverso l approccio sincronico, che meglio evidenzia, nel aspetto dell unità del testo, la ricchezza formale La presentazione generale del testo Prima dell analisi particolare diamo uno sguardo alla struttura generale del testo secondo i criteri sintattici e la loro applicazione nel testo (cfr. tab. 2). Quest analisi ci aiuta a guardare al testo in modo complessivo notando alcuni segni grammaticali e sintattici che strutturano il brano. La domanda che ci poniamo è se sia possibile trovare nel testo una coerenza fra gli elementi enunciati.
13 L identità di Israele in Es 19, Tabella 2 Il versetto L analisi sintattica Il significato nel contesto 1 La frase avverbiale del tempo ( ) e del luogo ( ). La forma verbale: qatal ( ) 2 La catena delle forme verbali di wayyiqtol, attraverso le quali vengono segnalate quattro attivit d Israele (,,, l ultimo ripetuto due volte) 3a 3b 3c La costruzione verbale weqatal ( ) La forma verbale ( ) e il discorso diretto ( ) L inizio del discorso diretto. Vi sono due forme verbali ( e ) 4 Ci sono due costruzioni verbali il qatal: «principale» ( ) e il qatal che indica lo sfondo ( ), si riferiscono al passato. Poi abbiamo due wayyiqtol che portano l azione nel futuro ( e ) 5 Ci sono frasi condizionali con la particella avverbiale risultativa ( ). In questa frase abbiamo due forme verbali yiqtol ( ) che formano la protasis e due weqatal ( e ) che formano l apodosis 6a 6b Il discorso diretto continua la costruzione weyiqtol ( ) La costruzione forma la conclusione del discorso diretto: Questo versetto ci porta due informazioni: collocazione degli eventi nel luogo e nel tempo concreto. Poi vi sono riferimenti ad eventi precedenti (uscita dall Egitto). Dopo le informazioni introduttive (v. 1), si inizia la narrazione. Usando due volte il verbo si sottolinea non solo il fatto che Israele si accampato nel deserto ma si precisa dove loro si fermarono: di fronte al monte. Cos si emerge il nuovo luogo per la futura l azione. Questa struttura serve ad introdurre il nuovo personaggio. L azione si svolge. Vengono presentati due personaggi: Dio e Mos Si dice del futuro: la casa di Giacobbe e il popolo d Israele che riceveranno il messaggio divino Dio ricorda agli Israeliti tutto ci che aveva fatto loro nell Egitto Dio presenta due condizioni: ascoltare e obbedire. Se loro accetteranno diventeranno la propriet personale di Dio. Dio mostra la prospettiva futura ad Israele se accetteranno le sue condizioni In questo modo viene messo in risalto il ruolo intermediario di Mos
14 14 Ks. Krzysztof Siwek 7 La catena di tre wayyiqtol (,, ) indica il ritorno al livello principale dell azione. La forma di qatal ( ) riporta al discorso divino, significa l azione antecedente. 8 Viene introdotto il discorso diretto, preceduto dalla forma verbale di wayyiqtol ( ) che riporta l azione al livello principale. Mos compie la sua missione. Il narratore utilizza l ellissi narrativa. Cos il lettore non conosce il contenuto di ci che Mos ha presentato. Il versetto enfatizza il fatto che gli Israeliti all unanimit hanno accettato le parole di Dio. Dopo questa risposta Mos riferisce la loro decisione a Dio Una lettura sincronica del testo nel contesto ampio L analisi sincronica si riferisce ad alcuni punti che sembrano importanti per situare il nostro testo nel contesto più ampio. Come abbiamo già detto, il nostro brano si colloca tra due blocchi testuali: il primo, presenta l incontro di Mosè con il suocero (Es 18), poi abbiamo una grande sezione legislativa (Es 20,1-23,33), preceduta dalla preparazione alla teofania e la teofania stessa (19,9-15). La nuova sezione (24,1-17) riprende la nostra sezione attraverso alcune espressioni e figure. Tutta la sezione viene divisa in tre parti principali (cfr. tab. 3). Le sezioni narrative sono unite tra loro dalla salita di Mosè sulla montagna (19,3 e 24,13.15) e dalla risposta del popolo (19,8 e 24,3). Tabella 3 A Es 19,1-15 La sezione narrativa promessa dell alleanza (19,1-8) preparazione dell alleanza (19,9-15) la teofania (19,16-25) B Es 20,1-23,33 La sezione legislativa il Decalogo (20,1-21) Il Codice dell Alleanza (20,22-23,33) A Es 24,1-17 La sezione narrativa il rito dell Alleanza (24,1-11) Mos di nuovo sul monte (24,12-18) Lo si vede molto bene nell applicazione dei verbi (cfr. tab. 4). Nella parte narrativa viene cos mostrata una catena di avvenimenti: salita sulla montagna ( ), poi discesa ( ) e la risposta positiva ( ).
15 L identità di Israele in Es 19, Tabella 4 19,3 e 24, , 8 e 24,3 L elemento unificante, è evidentemente la montagna. Mosè sale la prima volta in 19,3, poi si dice esplicitamente che Mosè scende dal monte (19,14). La seconda volta Mosè sale (19,20) per scendere di nuovo subito dopo per annunziare le parole di Dio (19,25). Dopo una pausa, nella sezione legislativa, viene di nuovo ripreso il tema della montagna. Secondo l ordine di Dio Mosè sale sulla montagna, ma stavolta prende con se Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di Israele (24,9), poi il testo dice che sale con Giosuè (24,13.15). Alla fine egli rimane lì per quaranta giorni (24,18). L altro elemento unificante è un gruppo che nella narrazione viene presentato come il gruppo privilegiato. Quattro volte in tutta sezione narrativa si parla degli anziani. La prima volta è in 19,7, per primi ascoltano le parole di Dio, poi Mosè sale con i settanta anziani sulla montagna per prostrarsi davanti al Signore (24,1) e torna in seguito con loro nell accampamento (24,9) e in 24,14 quando raccomanda loro rimanere con il popolo. Possiamo dire che Es 19,1-8 (sopratutto 3-8) è l inizio della storia. Molti elementi presenti in esso vengono poi ripresi nel corso della narrazione, sopratutto in 20,21-22 e 24,3 (cf. tab. 5) 12. Mettiamoci insieme tutto questo che è stato appena detto. Tutto questo ci fa pensare della unità letteraria di tutta questa sezione Avishur, The Narrative of the Revelation At Sinai (Ex 19-24), p Ovviamente rimangono alcune domande sull unit nei dettagli. Per esempio, perché si menziona in 19,14 la discesa di Mos dalla montagna, mentre senz altro doveva scendere prima per portare le parole al popolo (Es 19,7) e doveva tornare verso a Dio per portare la risposta da parte del popolo. Poi dobbiamo chiederci perch il testo presenta tre verbi differenti, cf. (19,7), (19,9) e (24,3) per l unico atto di Mos di riferire al popolo le parole di Dio. Queste ed altre forme stilistiche ci segnalano particolarit sulle quali ritorneremo.
16 16 Ks. Krzysztof Siwek Tabella 5 L apertura della narrazione (Es 19,3-8) Conclusione della narrazione (Es 20,21-22; 24,3) (19,3a) (20,21b) (19,3b) (20,22a) (19,3c) (19,4-6) (20,22b) (20,22c) (19,7a) (24,3a) (19,7b) (24,3a) (19,8a) (24,3b) (19,8b) (24,3c) 2.3. Una lettura sincronica del testo Es 19,1-8: la visione d insieme L azione si svolge tra i due luoghi indicati nel testo. Troviamo una sequenza molto caratteristica: alto sulla montagna e basso nella pianura, dov è l accampamento d Israele. La parte centrale, invece, si svolge sulla montagna (cf. tab. 6) e poi viene continuata attraverso la risposta positiva da parte del popolo d Israele in basso. In questo modo notiamo che i luoghi della narrazione vengono collocati in posizione chiastica: A. 19,1-2 (in basso) B. 19,3-6 (in alto) B. 19,8 (in alto) A. 19,7 (in basso) Tabella 6 A. 19,1-2 B'. 19,3-6 In basso Il deserto, l accampamento d Israele nel deserto del Sinai In alto Mos sale verso Dio e rimane sulla montagna
17 L identità di Israele in Es 19, A'. 19,7 In basso Mos torna al popolo che si accampato di fronte al monte B. 19,8 In alto Mos riporta le parole del popolo al Signore (sale di nuovo sulla montagna) Sulla base della precedente struttura del testo, possiamo indicare alcuni punti che troviamo nelle singole micro-unità. Le coordinate spaziali e temporali occupano un ruolo importante nel racconto e determinano un quadro preciso (cf. tab.7). A cosa servono queste ripetizioni e sono argomento contro l unità del testo? All inizio del testo la preposizione temporale si riferisce al «terzo mese, poi c è l altra espressione «in questo giorno». Lo stesso processo si ha per i riferimenti spaziali. Due volte si dice dell arrivo nel deserto e anche due volte dell accamparsi. Ma sempre queste informazioni vengono precisate da altri elementi che collocano gli eventi in un ambiente più ampio. L arrivo nel deserto viene completato dall indicazione che gli Israeliti «partirono da Rephidim». Poi l informazione dell accampamento nel deserto viene precisata dal fatto che l hanno fatto «di fronte alla montagna». Tabella 7 1aa Il riferimento temporale 1ab Il riferimento temporale 1b Il riferimento spaziale (prima menzione dell arrivo nel deserto) 2aa +ab Il riferimento spaziale (seconda menzione dell arrivo nel deserto) 2ac Il riferimento spaziale (prima menzione dell accampamento) 2b Il riferimento spaziale (seconda menzione dell accampamento) Non è una semplice ripetizione ma una precisazione che ha due scopi: primo specificare il momento dell arrivo degli Israeliti nel deserto: il primo riferimento è al momento dell uscita dall Egitto («il terzo mese») ma questo non basta al narratore, il quale vuole richiamare l attenzione del lettore al
18 18 Ks. Krzysztof Siwek momento preciso dell arrivo nel deserto («in questo giorno») e collocarlo in un luogo molto concreto («di fronte alla montagna»). Il secondo scopo sembra più formale dal punto di vista narrativo. Questo fenomeno stilistico, da alcuni chiamato la forma spaziale 14, ha un duplice ruolo: rallenta l azione del racconto che viene analizzata nei vari passaggi per portare il lettore a concentrarsi sul messaggio che verrà presentato in seguito. Attraverso la lettura del testo possiamo notare anche uno sviluppo semantico, cioè «parole-guida» che vengono riprese più volte spostano l azione in avanti. La massima concentrazione semantica è nell esposizione. Le parole che indicano lo spazio vengono riprese più spesso: i verbi e e anche «il deserto» e «la montagna» con l appellativo «Sinai». Nel corso dell analisi sottolineeremo queste corrispondenze. Osserviamo ora l interessante sviluppo semantico del testo. Il processo comunicativo, sottolineato da verbi e persone, ci riporta al tema principale con una visione unitaria. Le azioni sono due: la consegna del messaggio e l annuncio. La prima viene espressa attraverso i tre verbi: (v. 3a) (v. 7a) e (v.8c). É significativo che il soggetto sia sempre Mosè. Il primo e il terzo verbo descrivono la sua azione («salì verso Dio» e «fece tornare le parole verso Dio»). Il secondo invece descrive la relazione di Mosè con gli anziani ai quali portò la parola divina. Questi verbi ci aiutano anche ad identificare il protagonista di queste azioni. Il primo e il terzo indicano Dio (Mosè salì verso Lui e poi Gli porta la risposta). Il secondo indica il popolo attraverso i loro rappresentanti (gli anziani). Quindi fra questi due gruppi di personaggi si colloca Mosè con il suo ruolo particolare, cioè come l intermediario (cf. tab. 8) 15. Tabella 8 v.3a v.3b v.7a.b v. 8a Dio Il popolo Mosè Mosè v.8b Dio Mosè 14 Vale la pena fare un riferimento alla letteratura che riprende questo argomento e lo approfondisce; cf. TH.B. DOZEMAN, Spatial Form in Exod 19,1-8a and in the Larger Sinai Narrative, Semeia 46 (1989), p. 91; D. MICKELSEN, Types of Spatial Structure in Narrative. Spatial Form in Narrative, ed. J.R. Smitten, A. Daghistany, Ithaca 1981, p G.C. CHIRICHIGNO, The Narrative Structure of Exodus 19 24, Bib 68 (1987), p. 461.
19 L identità di Israele in Es 19, Per quando riguarda l annunzio e la risposta, l analisi retorica attraverso i verbi utilizzati mostra la logica e la complementarietà del testo. Ci sono tre soggetti che parlano, Dio, Mosè e il popolo a quelli sono legati cinque verbi attraverso i quali vengono descritte le relazioni tra i personaggi (cf. tab. 9). Il processo della comunicazione tra Dio e il popolo si svolge solo attraverso di Mosè. Il verbo principale è usato da Dio (v. 3c) e dal popolo (v. 8b), lo stesso verbo viene rafforzato ancora dall altro, (v. 3c). Da parte del popolo viene sottolineata la risposta (il verbo, v. 8a) e poi si dice che il popolo «parla» (v. 8b). Tabella 9 Dio: 19,3b Mos : 19,7 Dio: 19,3c Israel: 19,3b Dio: 19,3c Israel: 19,8a Mos : 19,7b Vale la pena notare che Dio si rivolge a Mosè (discorso diretto) che poi trasmette le parole al popolo. Il testo non parla della discesa di Mosè, l ellissi di un dato evidente serve a puntualizzare il climax della narrazione 16. Mosè porta subito ( ) la risposta del popolo a Dio, accentuando il suo ruolo profetico ( ), accanto alla funzione intermediaria. Siccome Dio chiama Mos, cos anche lui chiama gli anziani (19,3 e 7 viene utilizzato lo stesso verbo ). La risposta immediata. Ma chi risponde? Il testo dice che Mos aveva chiamato gli anziani d Israele per presentare il discorso divino (v. 7), invece subito dopo il testo chiaramente aggiunge la risposta da parte di tutto il popolo. Non apparente incoerenza del testo né mancanza di unit ma soltanto che in 19,3 Dio ordina a Mos di portare le sue parole «alla casa di Giacobbe e al popolo d Israele». Allora Mos stato obbligato a portare il messaggio a tutto il popolo. Perché il narratore introduce un «nuovo» gruppo dei personaggi (gli anziani) che vengono collocati tra Mos e il popolo? In questo momento il narratore lascia la risposta al suo lettore (blanks). E ne richiama l attenzione sul ruolo di questo gruppo nel popolo d Israele. Questa posizione nel nostro testo viene sottolineata dai verbi ( e ). Ora ritorniamo all analisi dettagliato del testo. 16 HAELVOET, La théophanie du Sinaï, p. 380; cfr. molto di più sul tema dell ellissi in J.L. SKA, Our Fathers Have Told Us. Introduction to Analysis of Hebrew Narratives, Roma 2000, p. 13.
20 20 Ks. Krzysztof Siwek La parte centrale del testo viene determinata dal discorso divino (19,3c- 6). Cerchiamo anche qui di determinare unità del testo attraverso alcuni problemi. Notiamo subito che il discorso divino viene incorniciato nell inclusione che formano i versetti 3c e 6b. Il ricordo dei fatti storici ripropone la chiamata di Dio al suo popolo. In questa struttura indichiamo anche le parole-chiave che formano questo discorso (cf. tab.10). Tabella 10 A Inclusione (3c) / B Contenuto (4-6a) 1. Introduzione storica 1.1. Attivit divina contro l Egitto 1.2. Attivit divina verso Israele 2. Promessa 2.1. Condizioni 2.2. Contenuto della promessa A Inclusione (6b) / / (due volte) Il messaggio viene rivolto sempre agli stessi ascoltatori, nominati attraverso due espressioni («la casa di Giacobbe» e «i figli d Israele») mentre alla fine (6b) si nominano solo i «figli d Israele». Lo stesso ordine viene ripetuto attraverso i due verbi diversi, che si completano l uno l altro («dire» e «dichiarare»), invece la parte A dell inclusione usa un verbo diverso, che può essere considerato come sinonimo del verbo. Questa specie dell inclusione viene precisata da J. Walsh come «l inclusione interiore» 17. La ripetizione dei destinatari sottolinea la loro importanza nel discorso 18. La prima parte dell inclusione forma un parallelismo sinonimico secondo queste ripetizioni: A B B' A' Nel discorso divino si nota chiaramente una unità logica e tematica che è messa in risalto dalla ripetizione del pronome personale («voi») che si riferisce ai figli d Israele. Caratteristico è il fatto che questi pronomi precedano due verbi che si riferiscono al passato («voi avete visto») e al futuro («voi sarete»). La forma stilistica pone la situazione attuale di Israele fra l esperienza del passato e la scelta del futuro. Se Israele è stato 17 J.T. WALSH, Biblical Hebrew Narrative, Collegeville Minnesota 2001, p SONNET, Le Sinaï dans l événement de la lecture, p. 326.
21 L identità di Israele in Es 19, osservatore passivo degli eventi (v. 4), ora viene chiamato all azione. Il ruolo significativo in questo cambiamento della posizione d Israele è sostenuto da una particella avverbiale ( ) che trasferisce il centro di gravità del testo del passato al futuro. Poi, coerentemente questa nuova situazione d Israele viene articolata attraverso verbi che danno ad Israele la necessita di agire. Il verbo nella sua formula enfatizzata 19 e il. Questa costruzione insieme con il verbo (5c) forma la frase condizionale. Gli elementi ripetitori nel discorso divino (il sostantivo e la costruzione preposizionale ), lasciano, come ha notato G. Barbiero 20, la costruzione chiastica che esprime il sentimento divino verso il suo popolo: A B B' A' Mentre la prima parte (5b e 6a) mostra il rapporto tra Dio e Israele (espresso da tre attributi del popolo), la seconda parte (5ba e 5bb) contiene «lo status quo» d Israele in riferimento agli altri popoli. Conclusione Il brano è chiaramente diviso in 3 sezioni: narrativa (1-3a), il discorso di Dio (3b-6) e di nuovo torna la sezione narrativa (7-8). L elemento comune che collega la prima e la terza sezione è la frase «Mosè salì» e «Mosè andò»). Esse indicano i due campi dove l azione del brano si svolge: la montagna (in alto) e la pianura (in basso). Il collegamento tra i due piani viene rafforzato dal verbo che si riferisce al rapporto tra Dio e Mosè (prima parte) e poi tra Mosè e gli anziani (terza parte). La parte centrale è il discorso di Dio, collegato al testo dall ordine divino rivolto a Mosè di dichiarare tutto questo discorso «alla casa di Giacobbe» e «agli figli d Israele». Tutto il contenuto del discorso di Dio viene trasmesso poi da Mosè («Espose loro tutte le parole che il Signore gli ebbe ordinò», v. 7b). 19 L infinitivo assoluto e l imperfetto; cf. W. GESENIUS, E. KAUTZSCH, Gesenius Hebrew Grammar, tr. A.E. Cowley, Oxford , p. 113; JAGERSMA, Structure and Function of Exodus 19,3b-6, p Barbiero, MAMLEKET KOHANÎM (Es 19,6a), p. 438.
22 22 Ks. Krzysztof Siwek Per quando riguarda il tema centrale del brano attraverso l analisi compiuta vediamo che l azione stata posta tra l invito di Dio al popolo perché accolga la sua proposta e la risposta positiva di questo. La prima viene espressa tra i verbi / / e la locuzione preposizionale. I verbi e rimandano alla risposta. L unico personaggio menzionato nel testo che parla ugualmente con Dio e con il popolo è Mosè. Il suo nome viene menzionato esplicitamente in tre momenti-chiave nel brano: quando sale verso Dio (3a), poi quando discende verso il popolo (7a) e poi quando di nuovo sale per portare la risposta del popolo (8b). Tutte queste analisi ci fanno pensare dell unità del testo. Tale metodo qui utilizzato ci ha permesso di vedere il fenomeno letterario del testo e sembra che questa applicazione sia indispensabile a capire il messaggio principale nel corso dell esegesi del brano. To samo Izraela w Wj 19,1-8 Analiza synchroniczna tekstu STRESZCZENIE Wj 19,1-8 jest tekstem dobrze znanym, którego fragment jest odczytywany w okresie Wielkiego Postu podczas porannej modlitwy Ko cioła. Ten pi kny obraz Boga jako orła, który swój umiłowany naród, tak cz sto pozostaj cy Mu niewierny, przeprowadza przez pustyni, by mówi do jego serca i zawrze z nim Przymierze, ka e nam zatrzyma si i próbowa wnikn gł biej w sam tekst jako dzieło literackie. Pomaga nam w tym metoda synchroniczna. B d c naukowym podej ciem do tekstu wi tego, pozwala zobaczy jedno i spójno tekstu oraz przyjrze si niektórym zjawiskom stylistycznym, u ytym jako rodek wyrazu wła nie w celu uwydatnienia tej jedno ci. Ten wła nie aspekt jest przedmiotem niniejszego studium.
23 SCRIPTURA SACRA Rok 12/2008 KS. RAJMUND PIETKIEWICZ Wrocław, PWT È caduto Abner come si cade davanti ai malfattori? Studio sincronico del lamento su Abner (2 Sam 3,33b-34a) alla luce della nuova ricostruzione del testo di 4QSam a Il lamento funebre di Davide cantato durante il funerale di Abner (2 Sam 3,33b-34a) appartiene ai testi poco studiati 1, perché preceduto e sovrastato dall elegia più solenne e più lunga, cioè quella su Saul e Gionata (2 Sam 1,19-27). D altra parte il lamento su Abner è difficilissimo da interpretare, sia dal punto di vista testuale (il testo sembra essere molto corrotto) sia per quanto riguarda la sua interpretazione e la funzione nel contesto. Fino alla metà del secolo scorso abbiamo avuto a disposizione soltanto le due principali versioni del testo dei Libri di Samuele: M, Ö 2. A Qumran 1 Ci sono pochissimi lavori dedicati esclusivamente all interpretazione del lamento su Abner: D.N. FREEDMAN, On the Death of Abiner, in: J. H. MARKS, R. M. GOOD (ed.), Love & Death in the Ancient Near East. Essays in Honor of Marvin H. Pope, Guilford, CT 1987, p ; la ristampa: D.N. FREEDMAN, On the Death of Abiner, in: J. R. HUDDLESTUN (ed.), Divine Commitment and Human Obligation. Selected Writings of David Noel Freedman. II. Poetry and Orthography, Grand Rapids, MI Cambridge 1997, p ; D. RUDMAN, David s Lament for Abner (2 Samuel 3: 33-34), Irish Biblical Studies 22 (2000), p Per quanto riguarda gli aspetti sintattici: M.J. DAHOOD ET AL., Instrumental lamedh in II Samuel 3,34, Biblica 61 (1980) p Naturalmente in ogni commentario sui Libri di Samuele troviamo qualche riga dedicata all interpretazione del lamento; tra essi merita attenzione lo splendido commentario di P.K. MCCARTER, II Samuel. A New Translation with Introduction, Notes and Commentary (Anchor Bible 9), Garden City 1984, s , 119. J.P. FOKKELMAN, dedica più spazio allo studio del lamento, ma conseguentemente segue il testo masoretico (Narrative Art and Poetry in the Books of Samuel. A Full Interpretation based on Stylistic and Structural Analyses. III. Throne and City [II Sam. 2-8 & 21-24] Assen Maastricht 1990, p ). 2 Sigle dei testimoni del testo sec. BHS e A. RAHLFS, R. HANHART, Septuaginta. Id est Vetus Testamentum graece iuxta LXX interpretes, Stuttgart Abbreviazioni dei libri biblici secondo l edizione di CEI.
24 24 Ks. Rajmund Pietkiewicz vennero trovati però i frammenti dei rotoli che contengono una versione diversa (4QSam a,b,c ), rispetto a quelle dei frammenti già conosciuti. Il rotolo 4QSam a (ä) contiene il testo dell elegia su Abner con alcuni varianti particolari, assenti nelle testimonianze del testo conosciute in precedenza 3. Purtroppo il rotolo, essendo molto danneggiato e frammentario, esigeva da parte dei suoi editori un lavoro di ripristino del testo mancante. Le prime prove furono fatte partendo dagli anni 80 del secolo scorso 4, ma soltanto recentemente (2005) è uscita la pubblicazione ufficiale della ricostruzione del testo di 4QSam a, che propone alcune nuove soluzioni dei problemi testuali 5. Un posto particolare in questa ricerca lo occupa l elegia su Abner con il suo contesto più vicino (3,30-38), perché offre otto lezioni non attestate prima da nessuna parte 6. La pubblicazione e, contemporaneamente, la ricostruzione più recente del rotolo, fatta da F.M. Cross, D.W. Parry e gli altri, per quanto riguarda 2 Sam 3,33b-34a, hanno fornito il testo contenente le varianti ricostruite che, secondo noi, essendo molto probabili e giustificate, cambiano notevolmente l interpretazione del testo. A questo problema (che costituisce lo scopo del nostro lavoro) non è stato mai dedicato prima d ora uno studio più ampio 7. Per quanto riguarda la metodologia, seguiremo il seguente modus operandi: prima studieremo le varianti testuali, con particolare attenzione alle pubblicazioni di 4QSam a, per poter ricostruire il testo più vicino a quello primitivo (1), poi considereremo la sua costituzione (2), studieremo la sua 3 Vedi l apparto critico di BHS. 4 Vedi D. BARTHÉLEMY, Critique textuelle de l Ancien Testament. I. Josué, Juges, Ruth, Samuel, Rois, Chroniques, Esdras, Néhémie, Esther. Rapport final de comité pour l analyse textuelle de l Ancien Testament hébreu institué par l Alliance Biblique Universelle (Orbis Biblicus et Orientalis 50/1), Fribourg 1982; E.C. ULRICH, The Qumran Text of Samuel and Josephus (Harvard Semitic Monographs 19), Missoula 1978; E.D. HERBERT, Reconstructing Biblical Dead Sea Scrolls. A New Method Applied to the Reconstruction of 4QSam a (Studies on the Texts of the Desert of Judah 22), Leiden 1997; D.W. PARRY, The Aftermath of Abner s Murder, Textus 20 (2000), p F.M. CROSS, D.W. PARRY ET AL., 1 2 Samuel (Discoveries in the Judaean Desert 17, Qumrân Cave 4), Oxford Vedi PARRY, art. cit., p ; cf. anche E.D. HERBERT, R.P. GORDON, A Reading in 4QSam a and the Murder of Abner, Textus 19 (1998), p Soltanto i precedenti commentari ne dedicano qualche riga appoggiandosi alle foto di 4QSam a, p. es.: MCCARTER, II Samuel, p , 119; A.A. ANDERSON, 2 Samuel (Word Biblical Commentary 11), Dallas 1989, p. 54, 63.
25 È caduto Abner come si cade davanti ai malfattori? 25 forma (3) e il genere letterario (4) e alla fine, dopo aver presentato brevemente le precedenti interpretazioni, fatte sulla base di varianti diverse, proporremo la nostra spiegazione dell elegia nell aspetto sincronico (5). 1. Critica testuale Il testo di 2 Sm 3,33-34 è stato conservato negli codici ebraici medievali (X e XI sec. M), nel rotolo 4QSam a (4Q51) di Qumran (c a.c.) e nelle versioni: greche (Ö BAL ) 8, latine (á, ç), aramaica (Targum di Gionata å) e siriaca (ã) V. 33a Lasciamo rneb.a;-la,. È vero che quasi sempre, sia il verbo!yq, sia il sostantivo hn"yqi appaiono con l[;, ma ricorre anche il caso, in cui hn"yqi va con la, (Ez 19,1). In questi casi, c è sempre il rischio di far confusione fra queste due preposizioni 10. Il nome del generale di Is-Baal rneb.a; una volta in 1 Sam 14,50 (M) è scritto: rneybia]. Da questo fatto P.K. McCarter trae la conclusione che la versione breve rnba debba essere letta secondo la scriptio defectiva cioè rnebia] 11. Noi però, riteniamo che non sia possibile arrivare a una conclusione basandosi su quest unico caso, e leggiamo tradizionalmente rneb.a;. Inoltre Ö, sempre, anche in 1 Sam 14,50, ha Abennhr. L apparato critico di BHS indica che molti Mss in 1 Sam 14,50 mettono rnba. 8 In 2 Sam 1,1 9,13 Ö B non ha subito la revisione chiamata kaige e fornisce la traduzione originale di Ö. Vedi MCCARTER, II Samuel, p Vedi P.K. MCCARTER, I Samuel. A New Translation with Introduction, Notes and Commentary (Anchor Bible 8), Garden City, NY 1980, p. 6 11; D.T. TSUMURA, The First Book of Samuel (New International Commentary on the Old Testament) Grand Rapids, MI Cambribge 2007, p P. JOÜON, T. MURAOKA, A Grammar of Biblical Hebrew (Subsidia Biblica 14/1 2), Roma 1993 (= JM), p. 133b.f; B.K. WALTKE, M. O CONNOR, An Introduction to Biblical Hebrew Syntax, Winona Lake, IN 1990, , ; cf. anche ap. crit. di BHS a Ez 19, 1. ä legge l[, Ö epi, ma persino gli editori di 4QSam a non risolvono questo problema a favore dell originale l[. Cf. HERBERT, op. cit., p. 113; PARRY, art. cit., p. 88; CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p MCCARTER, I Samuel, p Lo segue FREEDMAN, art. cit., p. 125.
26 26 Ks. Rajmund Pietkiewicz 1.2. V. 33b twmkh leggiamo come un verbo in infinito costrutto e non come un sostantivo costrutto V. 34aa Abbiamo a disposizione le seguenti varianti del testo: 13 MÑåÑãÑç: tarsua]-al{ ^d<y" ä: ~yqzb [awl $ydy twrs]a 14 Ö: ai ceirej sou ouk edeqhsan Le divergenze nelle testimonianze riguardo a questo versetto indicano che esso subì una corruzione che in seguito gli scribi provarono a correggere, introducendo i successivi aggiustamenti 15. Per quanto riguarda la critica testuale ci sono da risolvere: (1) il problema di $ydy / $dy; (2) le difficoltà con la ricostruzione di ä; (3) l originalità di ~yqzb. 1) Seguendo tante testimonianze (vedi apparato critico di BHS) e la logica della frase (tarsua]) correggiamo il numero di $dy e leggiamo in duale ^yd<y"16. 2) Oggi abbiamo a disposizione alcune ricostruzioni di 2 Sam 3,33-34 che variano per quanto riguarda un riempimento della lacuna in 34aa 17. E. Ulrich, D. Barthélemy, D.N. Freedman, P.K. McCarter, F.M. Cross leggono: ~yqzb [awl $ydy twrs]a. 12 Riguardo a dageš forte vedi W. GESENIUS, E. KAUTZSCH, Gesenius Hebrew Grammar, tr. A.E. Cowley, Oxford (= GK), 100 l. Vedi anche L. KOEHLER, W. BAUMGARTNER, The Hebrew and Aramaic Lexicon of the Old Testament, tr. M.E.J. Richardson (combined in one electronic edition), Leiden New York [CD-ROM] (= HALOT), p ULRICH, op. cit., p. 135; cf. anche l apparato critico di BHS. 14 Le lacune nel rotolo segniamo con le parentesi quadre. Con i caratteri grigi scriviamo le ricostruzioni ipotetiche. 15 Cf. CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p Così anche P.-É. DHORME, Les Livres de Samuel (Études Bibliques), Paris 1910, p. 299; FREEDMAN, art. cit., p ULRICH, op. cit., p. 135; BARTHÉLEMY, op. cit., p ; MCCARTER, II Samuel, p ; FREEDMAN, art. cit.; PARRY, art. cit., p. 86, 93 95; HERBERT, op. cit., p. 109, 113; CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p. 112, 117.
27 È caduto Abner come si cade davanti ai malfattori? 27 E.D. Herbert invece ritiene che la lacuna sia troppo larga per questo testo e la riempie con ~yqzb [ twrsa al $dy t]a oppure ~yqzb [ twrswa al $ydy lb]a 18. D.W. Parry nell articolo (2000) indipendente dalla pubblicazione ufficiale fatta insieme con F.M. Cross e gli altri, presenta le altre due proposte: 19 ~yqzb [twrsa $ydy!y]a oppure Xygh al ~[yt]xxnb $ylgrw ~yqzb [$ydy rsa al Xy]a Tutti i tentativi di riempire la lacuna nel rotolo sono ipotetiche, tutti presentano aspetti positivi e negativi 20. Noi optiamo per la prima soluzione, perché, nonostante alcuni problemi con la sovrabbondanza dello spazio 21, trova appoggio in M e nelle versioni. Le altre proposte sono troppo ipotetiche. 3) L autenticità di ~yqzb non è facile da provare, perché nel testo non si vede chiaramente il modo in cui i copisti potevano saltarla. La versione senza questa parola è più breve e perciò preferibile, ed inoltre si appoggia su forti testimonianze esterne. D.N. Freedman prova ad esaminare la forma poetica dell elegia, usando però soltanto le varianti di ä indicati in BHS. Quale punto di partenza del suo studio, questo esegeta suppone che la forma poetica del testo corrispondente alle regole della poesia ebraica provenga dall autore primitivo piuttosto che dai copisti 22. E noi concordiamo. Egli nota che nel testo quasi ogni parola è bilanciata da un altra corrispondente: tamk. twmy" (33b); lapn>ki T'l.p'n" (34ag); lb'n" rneb.a; (33b); lb'n" corrisponde anche a hl'w>[;-yneb. (33b; 34ag); ^yd<y" ^yl,g>r: (34aa; 34ab); tarsua] WvG"hu (34aa; 34ab); anche due al{ (34aa; 34ab) fanno il 18 E.D. Herbert (op. cit., p. 109, 113) non è conseguente: una volta restaura il testo con $ydy e poi con $dy. 19 PARRY, art. cit. 20 P. es. l abbondanza dello spazio che teoreticamente esige il testo consistito in caratteri; un inserimento delle parole non attestate altrove (allora troppo ipotetiche). Vedi Ibid. 21 Notiamo che le pause tra le parole in 2 Sam 3,33-34 (ä) non sono uguali. P. es. nella stessa linea tra a e rnba lo spazio è più largo, forse per distinguere l inizio della poesia. Vedi le foto di 4QSam a in HERBERT, op. cit., p E.D. Herbert e F.M. Cross, D.W. Parry et al. ancora una volta diversamente risolvono il problema del testo mancato in 2 Sam 3,33-34 (vedi il problema di ynpl in 34ag) anche qui sembra che F.M. CROSS abbia ragione. 22 Vedi FREEDMAN, art. cit., p
28 28 Ks. Rajmund Pietkiewicz II Samuel, p DAHOOD ET AL., art. cit., p. 261 cercano di convincere che in 3,34 l ha un valore strumentale con il verbo passivo, ma la loro prova principale si appoggia sull esempio 1 Sam 13,6 dove abbiamo in parallelo le due subordinate: ~['h' fg;ni yki Al-rc; yki, dove appare l esprespaio. Soltanto ynep.li (34ag), ~yit;v.xun>li (34ab) e -h; (33b) rimangono senza un termine corrispondente. Il testo di ä risolve questo problema, perché non legge ynep.li e ha il paio per ~yit;v.xun>li cioè ~yqzb V. 34ab Esaminando le versioni notiamo che rappresentano un diverso ordine in 34ab: MÑåÑã: WvG"hu ~yit;v.xun>li-al{ ^yl,g>r:w> ä: X[y]gh al ~ytxxnb $ylgrw Ö: oi podej sou ouk en pedaij ou proshgagen Ö L : oude oi podej sou en pedaij ou proshgagej 23 M e ä e forse Ö L (oude oi podej) leggono $ylgrw contro Ö (oi podej). Anche noi saltiamo la congiunzione perché probabilmente fu inserita qui quale risultato della tendenza ad aggiungere w nella antica poesia ebraica, seguendo le regole del racconto (vedi anche sotto) 24. In Ö c è una certa ambiguità: ouk riflette la posizione di al{ in M, ma se interpretassimo ou come una negazione (ouv), la doppia negazione testimonierebbe una prova d armonizzazione di M con ä; se invece leggessimo ou come un pronome relativo (ou`), il risultato sosterrebbe M 25. In questo caso più sicura è la lettura di M, parallela al v. 34aa restaurato sulla base di ä, dove non viene negato il verbo, ma il sintagma preposizionale. Accettando l ordine di M siamo però consci del fatto che, con le attuali testimonianze, non è possibile, in questo caso, stabilire con certezza l ordine originale delle parole (cf. Ö L che sembra negare oi podej o tutta la proposizione nominale, ma qui ricordiamo anche la diversa divisione degli stichi). Per quanto riguarda una divergenza tra M e ä nella scelta della preposizione davanti a ~ytxxn, le versioni greche (en) rispecchiano b (ä) 26. Secondo 23 Le edizioni del testo greco nella maniera diversa dividono il testo: Ö oi podej sou ouk en pedaij \ / ou proshgagen wj Nabal; Ö L oude oi podej sou en pedaij \ / ou proshgagej wj Nabal. 24 FREEDMAN, art. cit., p. 126; MCCARTER, II Samuel, p. 111; PARRY, art. cit., p. 88; CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p Vedi ULRICH, op. cit., p ; HERBERT, op. cit., p Cf. anche MCCARTER,
29 È caduto Abner come si cade davanti ai malfattori? 29 noi la lezione di ä è originale, la presenza di l in M, fu introdotta a causa della radice vgn che spesso va con l (cf. HALOT 671). Nella lettura di 34ab c è un ambiguità: la radice Xgn può essere interpretata come vgn oppure fgn. M e le traduzioni greche unanimemente leggono vgn (= prosagw), ç sembra piuttosto leggere fgn (conpedibus adgravati). A favore di fgn testimonierebbe la confusione tra queste due radici: in 1 Sam 13,6 Ö traduce l evidente radice fgn come prosagw, anche se il senso della frase tradotta diventa oscuro 27. Inoltre nella poesia biblica troviamo anche un altro esempio in cui le radici rsa e fgn si trovano nella costruzione parallela (Gb 3,18) 28. Nonostante questi esempi scegliamo di leggere vgn, perché questa possibilità è meglio documentata nelle versioni. M vocalizza la radice vgn come uno hophal (WvG"hu perfetto 3 a pl. di vgn) e lo lega con il soggetto ^yl,g>r:. Ö non legge come il perfetto in 3 a persona plurale, anzi sembra tradurlo al singolare (proshgagen = vygihi hiphil perfetto 3 a sg. m.) e lo lega probabilmente con il soggetto Abennhr. Ö L invece legge qui la 2 a persona singolare rivolgendosi (come nel stico seguente) ad Abner. Così Ö testimonia la variante che si trova in ä: X[y]gh e lo legge in hiphil 29, ottenendo un senso difficile a causa dei problemi con il soggetto. Noi però, con P.K. McCarter e F.M. Cross, vocalizziamo questo verbo come l infinito assoluto di hophal vgehu, perché l ultima logica possibilità consiste nel legarlo con ^yl,g>r: (cf. Ö L ) (cf. GK 113z) 30. Non leggiamo y tra X e g, perché potrebbe essere stata cancellata intenzionalmente da uno scriba che si era accorto d aver sbagliato 31. La lettura di M deriva probabilmente dalla modernizzazione della grammatica ebraica, in cui l infinito assoluto che seguiva il verbo finito originò una sintassi molto rara. Così una forma di hophal (infinito) fu sostituito da un altro hophal (del verbo finito). Come parola originale leggiamo la forma più antica, cioè vgehu 32. sione idiomatica l + rrc (cf. HALOT 1058), qui però l va sempre con rrc e non con fgn. Cf. anche CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p Cf. MCCARTER, I Samuel, p Cf. DAHOOD ET AL., art. cit., p Cf. HERBERT, op. cit., p. 109, 113; CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p. 112, 113, 115; PARRY, art. cit., p. 86, 87, Vedi MCCARTER, II Samuel, p. 111; CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p. 113, 115. Anche lo studio di forma fatto da FREEDMAN (art. cit., p. 126) indica come preferita la forma passiva che in questo modo crea un chiasmo con il participio passivo tarsua]. 31 Vedi CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p. 113; PARRY, art. cit., p Così anche CROSS, PARRY ET AL., op. cit., p. 113, 115. Notiamo che D.W. PARRY nell articolo (2000) citato sopra preferiva leggere vygihi (art. cit., p ), ma nella pubblicazione ufficiale dei rotoli (2005), dove anche il suo cognome si trova, gli editori scelgono vgehu.
Rozdział I. Dokumenty sądowe i notarialne
Rozdział I Dokumenty sądowe i notarialne 1 Dokumenty sądowe i notarialne 1.1. 3 Rozdział I 1.2. 4 Dokumenty sądowe i notarialne 1.3. 5 Rozdział I 1.4. 6 245 Tłumaczenia przykładowych dokumentów Tłumaczenia
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EGZAMIN MATURALNY Z JĘZYKA WŁOSKIEGO MAJ 2014 POZIOM ROZSZERZONY CZĘŚĆ I. Czas pracy: 120 minut. Liczba punktów do uzyskania: 23 WPISUJE ZDAJĄCY
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Centralna Komisja Egzaminacyjna Arkusz zawiera informacje prawnie chronione do momentu rozpoczęcia egzaminu. Układ graficzny CKE 2010 KOD WPISUJE ZDAJĄCY PESEL Miejsce na naklejkę z kodem dysleksja EGZAMIN
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Miejsce na naklejkę z kodem szkoły dysleksja MJW-R2A1P-062 EGZAMIN MATURALNY Z JĘZYKA WŁOSKIEGO POZIOM ROZSZERZONY Instrukcja dla zdającego Czas pracy 110 minut 1. Sprawdź, czy arkusz egzaminacyjny zawiera
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