FONDAZIONE CASSAMARCA Piazza S. Leonardo, 1-31100 Treviso e-mail: Fondazione@Fondazionecassamarca.it L UMANESIMO LATINO IN POLONIA / HUMANIZM LACINSKI W POLSCE Conferenza Internazionale Naukowa Konferencja L UMANESIMO LATINO IN POLONIA HUMANIZM LACINSKI W POLSCE Cracovia, Collegium Maius - 20 settembre 2003 Kraków, Collegium Maius - 20 wrzeênia 2003
Conferenza Internazionale Naukowa Konferencia L UMANESIMO LATINO IN POLONIA HUMANIZM LACINSKI W POLSCE Cracovia, Collegium Maius - 20 settembre 2003 Kraków, Collegium Maius - 20 wrzeênia 2003
La Conferenza Internazionale è stata realizzata con la collaborazione di: Konferencja została organizowana przy wspułprace: Fondazione Cassamarca, Treviso Fundacai Cassamarca, Treviso EFASCE, Ente Friulano Assistenza Sociale e Culturale Emigrati, Pordenone EFASCE, Organizacja z Fryuli Asystencji Socialnej i Kulturowej dla emigrantuw, Pordenone UTRIM, Unione Triveneti nel Mondo UTRIM, Zwjązek Triwenetuw w Swecie ULM, Unione Latini nel Mondo ULM, Zwjązek Latynuw w Swecie Istituto Italiano di Cultura a Cracovia Włoski Instytut Kultury w Krakowie Dipartimento di Studi Polacchi all Università Jagellonica di Cracovia Instytut polonistyki Uniwersytetu Jagiellońskiego, Kraków
Indice / Spis treści Saluti / Przywitania Pag. 7 AVV. ON. DINO DE POLI Presidente della Fondazione Cassamarca di Treviso Pag. 9 AVV. ON. DINO DE POLI Prezes Fundacji Cassamarca, Treviso Pag. 11 DOTT. GIOVANNI SCIOLA Direttore Istituto Italiano di Cultura, Cracovia Pag. 13 DR. GIOVANNI SCIOLA Dyrektor Włoskiego Instytutu Kultury w Krakowie Pag. 15 DR. GIORGIO ANDRIAN Dipartimento di Geografi a, Università di Padova Pag. 17 DR. GIORGIO ANDRIAN Uniwersytet w Padwie, Instytut Geografi i Relazioni / Referaty Pag. 19 L architettura tra gotico e il rinascimento LUIGI LUCHINI Presidente EFASCE, Pordenone Pag. 29 Architektura między stylem gotyckim a renesansowym LUIGI LUCHINI Prezes EFASCE, Pordenone Pag. 39 L Umanesimo italiano in Polonia: aspetti generali della ricezione DOTT.SA CATERINA SQUILLACE Dipartimento di Filologia Romanza, Università Jagellonica di Cracovia Pag. 43 Humanizm łaciński w Polsce: jego odbiór w ogólnym ujęciu DR. CATERINA SQUILLACE Instytut Filologii Romańskiej, Uniwersytetu Jagiellońskiego, Kraków Pag. 47 Umanesimo e Rinascimento dalla prospettiva polacca PROF. ANDRZEJ BOROWSKY Titolare Cattedra di Letteratura Polacca delle Origini e dell Illuminismo, Dip. di Studi Polacchi, Università Jagellonica di Cracovia Pag. 55 Renesans i Humanizm z polskiej perspektywy PROF. ANDRZEJ BOROWSKY Kierownik Katedry literatury staropolskiej i oświeceniowej Instytutu polonistyki, Uniwersytetu Jagiellońskiego, Kraków 5
Pag. 63 Relazioni artistiche tra Italia e Polonia nell età del Rinascimento nella luce delle ultime ricerche PROF. JERZY MIZIOŁEK Direttore Sezione di Tradizione dell Antichità nelle Arti Visive, Dipartimento di Archeologia, Università di Varsavia Pag. 81 Najnowsze badania nad kontaktami artystycznymi włoskopolskimi w dobie Renesansu PROF. JERZY MIZIOŁEK Kierownik zakładu tradykcji antyku w sztukach wizualnych Instytutu archeologii, Universytetu Warszawskiego Pag. 95 Il Trattato di Leonard Cox De erudienda iuventute sullo sfondo delle ricerche linguistiche dell epoca DOTT.SA HANNA SZBELSKA Dipartimento di Studi Polacchi, Università Jagellonica di Cracovia Pag. 111 Pag. 127 Pag. 139 Pag. 149 Pag. 161 Traktat Leonarda Coxa De erudienda iuventute na tle lingwistycznych poszukiwań epoki DR. HANNA SZBELSKA Instytut polonistyki Uniwersytetu Jagiellońskiego, Kraków Le elegie d amore di Jan Kochanowski sullo sfondo della teoria e della pratica europea DOTT.SA GRAŻYNA URBAN-GODZIEK Sezione di Bibliografi a Polacca, Università Jagellonica di Cracovia Elegie miłosne Jana Kochanowskiego na tle teorii i praktyki europejskiej DR. GRAŻYNA URBAN-GODZIEK Zakład bibliografi i polskiej, Uniwersytetu Jagellonskiego, Kraków Il Canto oraziano in latino nella Polonia rinascimentale DOTT.SA ELWIRA BUSZEWICZ Cattedra di Letteratura Polacca delle Origini e dell Illuminismo, Dip. di Studi Polacchi, Università Jagellonica di Cracovia Łacińska pieśń horacjańska w renesansowej polsce DR. ELWIRA BUSZEWICZ Katedra literatury staropolskiej i oświeceniowej Instytutu polonistyki, Uniwersytetu Jagiellońskiego, Kraków 6
DINO DE POLI Presidente Fondazione Cassamarca Treviso Sono molto onorato e grato verso quanti hanno lavorato per preparare questa conferenza, che non poteva essere collocata in un ambiente più suggestivo. C è una massima scientifi ca che dice i pozzi profondi sono tutti intercomunicanti. Venendo a Cracovia abbiamo colto una vena di questi pozzi profondi. Siamo qui a questo convegno, ma altri lo hanno preceduto nell Europa dell Est; in Romania, per esempio, ne abbiamo fatto addirittura quattro, tanta è voglia di riprendere i contatti con il resto dell Europa. Vi è un incredibile voglia di rafforzare i rapporti con l Europa occidentale. Noi abbiamo esteso questi rapporti arrivando anche in Africa. Saremo a Macao a gennaio e febbraio dell anno prossimo. Il 1 maggio 2000 abbiamo tenuto a New York un importante conferenza internazionale, dal titolo Globalizzazione e Umanesimo Latino alla quale erano presenti 160 professori in rappresentanza di università di tutto il mondo e un centinaio di studenti universitari. Per cercare l identità di ciascun popolo si deve scavare in profondità nella storia; infatti, se si vuole saltare più in alto, bisogna prendere la rincorsa più in lungo e analogamente bisogna prendere la rincorsa nella storia per guardare al futuro. Il nostro punto di vista è quello dell Umanesimo Latino, quello di tutti questi popoli che hanno avuto legami con la storia latina. Venendo qui sentiamo che si riapre il vecchio dialogo tra l Impero Romano d Occidente e l Impero Romano d Oriente. È quest umanità più vasta che occorre per portare alla nostra attenzione, soprattutto qui in Polonia alla vigilia del suo ingresso nell Europa unita. Bisogna andare a ritrovare la base culturale dell Europa unita, che non è l Euro, non è l economia né la politica a respiro corto. Respiro lungo ce l hanno la cultura e le grandi forze religiose. Nella nascitura costituzione europea erano stati messi tra le basi gli ideali dell illuminismo francese, ma non le radici cristiane; è un errore, perché le radici cristiane continuano a produrre frutti, mentre dell umanesimo francese non si trova traccia. 7
8 Da parte nostra, e anche liberamente da parte dell Italia, non abbiamo alcuna veste uffi ciale tradizionale; noi riproponiamo la capacità di dialogo e mediazione che è propria degli italiani. L Italia ha avuto trascorso storici molto disparati e quindi abbiamo una capacità di capire le cose più sviluppata. La Fondazione che presiedo ha dato incarico ad una commissione scientifi ca di scrivere un opera dal titolo Rinascimento italiano in Europa e nel mondo. L idea nasce dal fatto che, girando il mondo, avevo notato che quando si parla di Rinascimento italiano si pensa solo al Rinascimento toscano. Mentre il Rinascimento italiano ha radici lontane nell Impero Romano e la sua forza culturale poggia sui Comuni e le Signorie per esprimere molte voci, molte sfaccettature della cultura latina. Siamo qui anche per affermare come l Umanesimo Latino possa incontrarsi con quello che fu l Umanesimo Bizantino, che rappresentò nel mondo slavo una componente altrettanto importante per lo sviluppo culturale. Sentiamo di avere una funzione importante, dal momento che anche gli Stati Uniti d America si riconoscono nelle radice da cui sono nati; è l Europa che ha fondato gli Stati Uniti d America. La diffi denza che ora nutrono verso l Europa è dovuta al fatto che sono coscienti di essere debitori verso il vecchio continente. Noi dobbiamo riprendere questo discorso per riaprire un dialogo e superare la diffi denza. Infatti, se gli Stati Uniti commettono un errore, ne paghiamo le conseguenze tutti; quindi occorre essere capaci di aiutare, di avere una visione più ampia del mondo. Una della cose che mi sono più care è un omaggio che mi hanno fatto a Leopoli: un vocabolario ucraino-latino, una cosa straordinaria che testimonia dell esistenza di rapporti tra le due nazioni. Ma noi siamo qui anche per valorizzare quelle caratteristiche dell Umanesimo Latino che lo differenziano dal nostro, ma lo fanno coincidere con le radici più ampie mediterranee, che hanno generato tante cose del mondo moderno. Ecco perché oggi parleremo di Umanesimo Latino e anche del vostro importantissimo Umanesimo. L Europa unita è vicina, ma noi non dobbiamo creare un Europa dissacrata, disincantata e prigioniera del consumismo e dell economia; bensì siamo chiamati a far sì che l Europa sia ricca dei valori umani e venendo a Cracovia siamo venuti in un centro importantissimo della cultura europea.
DINO DE POLI Prezes Fundacji Cassamarca Treviso Jestem bardzo zaszczycony i wdzięczny tym wszystkim, którzy przyczynili się do zorganizowania tej konferencji, która nie mogła odbyć się w bardziej urzekającym miejscu. Jest taka maksyma naukowa, że wszystkie głębokie studnie łączą się ze sobą : w Krakowie znaleźliśmy całą sieć głębokich studni. Teraz jesteśmy tutaj, a wcześniejsze konferencje odbyły się w innych krajach Europy Wschodniej: przykładowo w Rumunii odbyły się aż cztery takie spotkania, tak wielka jest chęć odnowienia kontaktów z resztą Europy. Jedna z konferencji miała miejsce we Lwowie, na Ukrainie, a następna jest organizowana w Sankt Petersburgu; zauważalne jest silne dążenie do zacieśniania więzi z Europą Zachodnią. My nawiązaliśmy kontakty nawet w Afryce: będziemy w Makao w styczniu i lutym przyszłego roku. 1 maja r. 2000 odbyliśmy w Nowym Yorku ważną konferencję międzynarodową na temat Globalizacji i Humanizmu łacińskiego ; uczestniczyło w niej 160 profesorów reprezentujących uniwersytety na całym świecie oraz około stu studentów wyższych uczelni. Aby odnaleźć tożsamość danego narodu należy zagłębić się w jego historię. Aby wyżej skoczyć, potrzebny jest dłuższy rozbieg, analogicznie aby spojrzeć w przyszłość należy wziąć rozbieg w historii. Naszą perspektywą jest humanizm łaciński w tych wszystkich narodach, których dzieje łączyły się z historią Imperium Rzymskiego. Teraz będąc tutaj czujemy, jak na nowo nawiązuje się niegdysiejszy dialog między Zachodnim a Wschodnim Imperium Rzymskim. Potrzebne jest nam właśnie takie szersze spojrzenie, zwłaszcza tutaj w Polsce, w przededniu jej wejścia do Zjednoczonej Europy. Trzeba odnaleźć podstawę kulturową Zjednoczonej Europy: nie jest nią Euro ani ekonomia, ani krótkodystansowa polityka. To kultura i duże wspólnoty religijne zapewniają szersze spojrzenie. Przy tworzeniu konstytucji europejskiej oparto się na ideałach francuskiego Oświecenia, a nie na przesłankach chrześcijańskich; był to błąd, gdyż religia chrześcijańska będzie nadal przynosić owoce, podczas gdy po humaniźmie francuskim nie pozostało śladu. My i naród włoski jako taki nie stosujemy żadnej ofi cjalnej, tradycyjnej formy my proponujemy na nowo dialog i mediację, które są wrodzone Włochom. Nasz kraj przeszedł bardzo różne 9
10 okresy w historii, dzięki czemu nabyliśmy większą zdolność rozumienia rzeczywistości. Fundacja, którą kieruję, zleciła pewnemu stowarzyszeniu naukowemu napisanie opracowania zatytułowanego Włoski Renesans w Europie i w świecie. Pomysł zrodził się podczas moich podróży po świecie, kiedy zauważyłem, iż pojęcie Renesans włoski kojarzy się wyłącznie z Renesansem toskańskim. Tymczasem Renesans włoski wywodzi się z odległego w czasie Imperium Rzymskiego i swoją siłę kulturalną czerpie z komun miejskich i signorii, wyrażając bogactwo i różnorodność kultury łacińskiej. My jesteśmy tutaj również po to, aby zilustrować, jak humanizm łaciński zderzył się z humanizmem bizantyjskim, który przecież równie mocno stymulował rozwój kultury w świecie słowiańskim. Czujemy, że jak ważną rolę odgrywamy, zważywszy na to, że nawet Stany Zjednoczone utożsamiają się ze swoimi korzeniami; to Europa zrodziła Stany Zjednoczone Ameryki. Swoisty dystans, z jakim odnoszą się do Europy wynika ze świadomości, iż są względem niej dłużnikami; my musimy podjąć ten wątek i odnowić dialog, aby ta nieufność została przezwyciężona. Jeśli Stany Zjednoczone popełniają błąd, my wszyscy ponosimy tego konsekwencje, a więc musimy być gotowi do pomocy i widzieć świat w szerszej perspektywie. Jedną z rzeczy, które są mi szczególnie drogie jest słownik ukraińsko-łaciński, jaki podarowano mi we Lwowie; jest to niezwykłe świadectwo kontaktów między tymi dwoma nacjami. Jesteśmy tutaj również po to, aby podkreślić te cechy humanizmu łacińskiego, które go odróżniają od naszego, ale które równocześnie łączą go z szerszym podłożem kultury śródziemnomorskiej; jest ona przecież źródłem wielu zjawisk świata współczesnego dlatego właśnie będzie dzisiaj mowa o humaniźmie łacińskim oraz o Waszym, jak ważnym humaniźmie. Wspólna Europa jest już blisko, ale nie powinniśmy tworzyć Europy zdesakralizowanej, pozbawionej marzeń, w niewoli konsumpcjonizmu i ekonomii; naszym zadaniem jest sprawienie, aby Europa była bogata w wartości humanistyczne. Przyjeżdżając do Krakowa, trafi liśmy do bardzo ważnego ośrodka kultury europejskiej.
GIOVANNI SCIOLA Direttore dell Istituto Italiano di Cultura Cracovia Presidente De Poli, colleghi, cari amici, inutile dire che per me personalmente, oltre che per l Istituto Italiano di Cultura, è stato un onore poter partecipare all organizzazione di questa Conferenza ed essere presenti oggi qui. In particolare, sono lieto di poter ospitare a Cracovia un iniziativa della Fondazione Cassamarca, che ha aperto da qualche anno un profi cuo rapporto con il Ministero degli Affari Esteri italiano. Sui temi dell Umanesimo Latino in Polonia non mi dilungo. Sono venuto qui per ascoltare le relazioni degli esperti arrivati dall Italia e dei loro colleghi che vivono e lavorano a Cracovia su questi temi da tanti anni. Anche se penso che una brevissima risposta a quello che può essere il senso dell Umanesimo Latino ci sia dato già da questa fantastica sala dove ci troviamo e dall affascinante percorso di ordine scientifi co, che di solito i turisti fanno passando per questa sala e proseguendo per tutto il resto del Collegium Maius. Voglio aggiungere solo una considerazione che per me rappresenta un compito per l Istituto Italiano di Cultura di Cracovia, così come per tutti gli Istituti Italiani di Cultura all estero. Credo che le relazioni culturali tra l Italia e la Polonia, quel fi lone dei pozzi profondi al quale faceva riferimento l avvocato De Poli prima, sia estremamente ricco. Se si guardano i paralleli storici tra i nostri due paesi o, meglio, tra nostre due civiltà, credo che questi parallelismi siano affascinanti e molteplici. Non sta certamente a me dilungarmi su questi temi, ma credo che una considerazione possa essere fatta. Si tratta forse di un aspetto secondario per Italia e Polonia, ma che credo accomuni molto i due paesi; quello di una comune emigrazione. Ci sono tante Italie fuori dall Italia e ci sono tante Polonie fuori dalla Polonia. Per gli italiani il fatto di avere una storia di emigrazione lunga decenni, per anni è stato ritenuto un elemento negativo; solo ora viene riscoperto come una grande ricchezza che ci riguarda tutti. Ma se c è un tema che accomuna ancora più profondamente i due paesi, tornando a quel fi lone dei pozzi profondi di prima, sono le multiformi sfaccettature delle culture stesse. Da questo discende direttamente, dal mio punto di vista, un compito per il Centro Italiano della 11
12 Cultura; quello di rappresentare queste mille facce, nel mio caso dell Italia, e di capire come vengono percepite all estero. Se l occasione di questo convegno oggi mi dà la possibilità di aprire una collaborazione fattiva con la Fondazione Cassamarca e con i colleghi polacchi dell Istituto di Polonistica, ne sarò onorato e sarò particolarmente lieto di poter partecipare a un progetto di questo genere. Vi ringrazio e auguro successo ai lavori di oggi, così come alle ricerche che ognuno nel proprio contesto sta conducendo, con l auspicio che, ovviamente separate, differenziate, specifi - che, possano confl uire in quel grande ambito che una comune cultura.
GIOVANNI SCIOLA Dyrektor Włoskiego Instytutu Kultury w Krakowie Kraków P. Prezesie De Poli, p. Profesorze Ulewiczu, p. Profesorze Borowski, drodzy Koledzy i Przyjaciele, nie muszę mówić, iż dla mnie osobiście, nie tylko dla Włoskiego Instytutu Kultury, wielkim zaszczytem jest udział w organizowaniu tej konferencji jak również obecność tu i teraz. Szczególnie cieszę się, że Kraków może być odbiorcą inicjatywy podjętej przez Fundację Cassamarca, która od kilku lat utrzymuje relacje z Ministerstwem Spraw Zagranicznych Włoch. Absolutnie nie będę teraz rozwodzić się na temat humanizmu łacińskiego w Polsce; przybyłem tu po to, aby wysłuchać odczytów specjalistów w tej dziedzinie, którzy przyjechali z Włoch, oraz ich kolegów z Krakowa, zajmujących się tymi tematami od lat. Myślę, iż natychmiastową odpowiedź na pytanie, czym był humanizm łaciński znajdziemy właśnie w tej wspaniałej sali, gdzie się teraz znajdujemy, jak i w tych miejscach, które zwiedzają turyści przechodzą oni zazwyczaj przez tę właśnie salę aby udać się do pozostałych pomieszczeń Collegium Maius. Chciałbym zwrócić uwagę na coś, co w moim przekonaniu jest zadaniem Włoskiego Instytutu Kultury w Krakowie, podobnie jak wszystkich Włoskich Instytutów Kultury za granicą. Według mnie relacje kulturalne między Italią a Polską, ta sieć głębokich studni, do których wcześniej nawiązywał avvocato De Poli, jest bardzo bogata. Jeśli przyjrzymy się paralelizmom historycznym między naszymi dwoma krajami bądź analogiom między naszymi kulturami, zauważymy, iż są one liczne i fascynujące. Nie do mnie należy rozwijanie tych tematów, ale myślę, że warto podkreślić jedną rzecz. Chodzi o pewne zjawisko być może drugorzędne dla Włoch i Polski, ale wspólne dla obu naszych krajów zjawisko emigracji. Podobnie jak istnieje wiele małych Italii poza obszarem Włoch, wielu Polaków żyje poza granicami Polski. W przekonaniu Włochów to, iż historia emigracji trwa już dziesiątki lat, przez długi czas było postrzegane jako coś negatywnego; dopiero niedawno dostrzeżono w tym głębokie bogactwo, które nas wszystkich dotyczy. Ale jest jeszcze coś, co znacznie bardziej łączy nasze kraje jest to złożoność i wielopostaciowość ich kultur. Uważam, iż właśnie z tym 13
14 bezpośrednio wiąże się zadanie, którego powinien się podjąć Włoski Instytut Kultury: przedstawienie tych różnorodnych form kultury w tym przypadku włoskiej i zbadanie, jak są one postrzegane za granicą. Jeśli to dzisiejsze spotkanie pozwoli mi nawiązać rzeczywistą współpracę z fundacją Cassamarca, jak również z polskimi kolegami z Instytutu Polonistyki, będę czuł się zaszczycony i szczęśliwy z możliwości uczestniczenia w podobnym projekcie. Dziękuję za uwagę i życzę Wam powodzenia w dniu dzisiejszym i w działalności naukowej, którą prowadzicie każdy w swoim zakresie, w nadziei, że ta praca, oczywiście w swojej szczególności, specyfi czności, złoży się na jedną wielką całość, jaką jest wspólna kultura. Dziękuję.
GIORGIO ANDRIAN Dipartimento di Geografiaa Università di Padova Onorevole Presidente, Vicepresidente, Direttore, egregi professori, signore e signori, buon giorno e grazie per essere intervenuti. La forza della cultura potrà evitare lo scontro delle civiltà. Cosi comincia la prolusione che Umberto Eco ha fatto l anno scorso all Università di Gerusalemme, quando gli venne consegnata la laurea honoris causa. Continua dicendo che noi tutti sappiamo che il sapere non porta, però, automaticamente la pace e la pietà. Però, in gran percentuale il progresso del sapere può anche produrre anzi deve produrre dei risultati. E per raggiungere questi obiettivi noi persone di cultura dobbiamo continuare la nostra missione anche se intorno a noi il mondo esplode. Questa è la prima e forse la più importante delle ragioni per cui noi con la Fondazione Cassamarca siamo qui oggi in questo posto per parlare dell Umanesimo Latino. E il focus di questa conferenza è proprio radicato, come diceva il Presidente in apertura, nei valori dell Umanesimo Latino. Perché siamo convinti che questa sia probabilmente la chiave di lettura più interessante in questo momento in cui si discute, o si ridiscute, di Europa in una maniera diversa. Avete visto tutti i nomi che compaiono nel programma, che è molto ricco, specialmente nella seconda parte della mattinata; sono sicuro che ci verranno date molte chiavi di lettura per capire questi aspetti. Voglio solo aggiungere un piccolo aspetto che mi riguarda personalmente, in quanto parte dell Università di Padova, uno dei più antichi atenei. Andando a curiosare negli archivi per prepararmi a questa giornata ho scoperto che moltissime personalità illustri di queste regioni sono venute in Italia per studiare, e spesso si sono poi fermate per insegnare e hanno anche rivestito dei ruoli molto importanti. Un aspetto vorrei portare alla vostra attenzione, perché mi ha colpito in modo particolare; scrivono gli umanisti ruteni che vengono a studiare a Padova: la legge naturale è più alta delle leggi umane, perché le leggi umane possano essere sempre cambiate. Ed è interessante notare come loro già intendessero per legge naturale la libertà di coscienza, di parola e di fede. E dicevano che questi erano i primi veri segni di riconoscimento di uno stato civile; siamo nella seconda metà del 400. 15
16 Con questo messaggio vi lascio alla seconda parte dei lavori che si prevede molto interessante; sono molto curioso di ascoltare le vostre relazioni. Vi ringrazio ancora e lasciate che ringrazi la Fondazione una volta in più, nella persona del suo Presidente; sono poche e molto preziose, infatti, le occasioni in cui si può contare su un appoggio come quello che ci ha offerto per affrontare questi temi. Speriamo di poter continuare a farlo assieme. Grazie.
GIORGIO ANDRIAN Uniwersytet w Padwie, Instytut Geografii Padwa Szanowny Panie Prezesie, Wiceprezesie, Dyrektorze, szanowni Profesorowie, Panie i Panowie, witam wszystkich i dziękuję za wcześniejsze wystąpienia. Siła kultury pozwoli uniknąć zderzenia cywilizacji. Tak w zeszłym roku rozpoczął swoje wystąpienie na uniwersytecie w Jerozolimie Umberto Eco, z okazji otrzymania doktoratu honoris causa. Powiedział wtedy również, że wszyscy wiemy, iż wiedza nie pociąga za sobą automatycznie pokoju i współczucia. Jednakże w dużym stopniu postęp wiedzy może, a raczej powinien przynieść efekty. Aby osiągnąć te cele, my jako ludzie wykształceni musimy wypełniać swoją misję, nawet jeśli świat wokół nas eksploduje. To jest pierwszy, a może nawet najważniejszy powód, dla którego zebraliśmy się tutaj dzisiaj razem z fundacją Cassamarca, aby porozmawiać o humaniźmie łacińskim. Tak jak powiedział pan Prezes we wstępie, motywem przewodnim tej konferencji są wartości humanizmu łacińskiego, ponieważ jesteśmy przekonani, iż stanowią one obecnie najbardziej interesujący klucz do dyskutowania, czy też dyskutowania na nowo o Europie w odmienny sposób. Zwróciliście uwagę, jak bogaty jest dzisiejszy program i jak wiele osób zabierze jeszcze głos, szczególnie w drugiej części spotkania; jestem przekonany, że zostanie nam zaproponowanych wiele sposobów rozumienia tych zagadnień. Ja chciałbym tylko powiedzieć coś, co mnie dotyczy osobiście jako pracownika uniwersytetu w Padwie, jednej z najstarszych uczelni. Przeglądając materiały w archiwum podczas przygotowywania się do dzisiejszego spotkania odkryłem, że wiele znanych osobistości z tego regionu jeździło studiować do Italii i niejednokrotnie pozostawali tam, aby nauczać niektórzy dochodzili nawet do ważnych funkcji. Chciałbym zwrócić Waszą uwagę na jedno stwierdzenie, które mnie szczególnie uderzyło oto, co napisali rosyjscy humaniści, którzy studiowali w Padwie: prawo naturalne przewyższa prawa tworzone przez człowieka, gdyż te zawsze mogą być zmienione. Interesujące jest to, że już wtedy pojmowano prawo naturalne jako wolność sumienia, słowa i wyznania. W ich ujęciu były to pierwsze prawdziwe symptomy uznania statusu obywatelskiego; mówimy o drugiej połowie XV w. 17
18 Tymi słowami zakończyłbym swoją wypowiedź druga część naszego spotkania zapowiada się bardzo ciekawie; wysłucham z zainteresowaniem Waszych wystąpień. Jeszcze raz dziękuję, szczególne podziękowania kieruję do Fundacji Cassamarca w osobie Pana Prezesa; naprawdę rzadko można liczyć na takie wsparcie, jakiego on nam udzielił, dzięki któremu mogliśmy dzisiaj poruszyć te tematy. Mamy nadzieję, że będziemy kontynuować naszą współpracę. Dziękuję.
LUIGI LUCHINI Presidente EFASCE Pordenone L architettura tra gotico e il rinascimento Sommario: 1. Cracovia nella storia 1.1 Monumenti 2. Il primo linguaggio umanistico 2.1 II Rinascimento italiano a Cracovia 3. L Illustre figlio di Cracovia, Karol Wojtyła. Cracovia nella storia Cracovia (it.), Krakòw (pò.), Krakau (ted.) posta sulle rive della Vistola è la quarta città della Polonia, con 750.000 abitanti. Fa parte del distretto industriale dell Alta Slesia con importanti miniere di sale e di piombo. La città è ben servita da ferrovia, strade e aeroporto. In passato fu una delle più potenti piazzeforti d Europa. Il suo periodo storico è legato alle vicende travagliate della Polonia. Cracovia appare per la prima volta nel X secolo, intorno al Mille diventa sede vescovile. Fino al 1200 la Polonia è soggetta a continue contese tra principi che interessarono anche Cracovia. Nel 1241 la città fu quasi completamente distrutta dai tartari e passò sotto la colonizzazione tedesca. Si sviluppò nel 300 per merito di Vladislao Lekietek e di Casimiro il Grande. Poi, grazie al matrimonio della principessa Edvige con il gran duca Lituano Jagiello (1385), la Polonia migliorò ulteriormente la situazione. La borghesia, in gran parte tedesca, si fuse con la polacca. L arrivo della regina Bona Sforza, fi glia del duca di Milano, Galeazzo Sforza, moglie di Sigismondo I (1518-1548) e madre di Sigismondo III segnò l inizio dell emigrazione italiana che scalzò l infl uenza tedesca. Arrivarono dall Italia molti artisti che assunsero cittadinanza polacca e si distinsero nell arte e nel pensiero. 19
20 Cracovia nel 500 arrivò al massimo livello di cultura con oltre centomila abitanti e, come capitale della Polonia, riuscì a rappresentare una felice eccezione nell Europa delle guerre di religione, proclamando nel 1573 la tolleranza religiosa. Fu la Polonia Jagellonica di Cosimiro IV ad accogliere gli ebrei cacciati dalla Spagna che contribuirono fortemente allo sviluppo del paese. La seconda metà del XVI secolo, con il trasporto della capitale a Varsavia, segnò l inizio del rapido declino di Cracovia che arrivò nel 1800 a soli diecimila abitanti. Solo dopo il 1815 divenne città libera, capoluogo di provincia e riprese rapidamente il posto dovutole. I secoli XVII e XVIII segnarono un periodo oscuro per la Polonia a causa della mala amministrazione esercitata da una classe nobile accentratrice, esclusivista e corrotta. Nel 1655 essa fu sottomessa (guerra dei trent anni) da Carlo Gustavo di Svezia che la unì alla Svezia. La ribellione dei contadini e la difesa del Monastero di Częstochowa contribuì a sollevare il popolo e il territorio fu liberato dagli invasori. Fu proprio in occasione dell assedio svedese al Santuario di Jasnagóra che la famosa Madonna Nera assunse importanza centrale nella coscienza nazionale polacca. II male della Polonia però era la dissoluzione interna della repubblica nobiliare. La Dieta non riusciva a governare per l ambizione dei principi e per la debolezza del re. Eccezione fa re Sobiecki (1674-1696) che, con trecentomila uomini, aiutò Vienna (1683) assediata dal turco Qara Mustafa e sconfi sse le truppe ottomane. Nel 700 la Polonia fu uno stato semindipendente, in decadenza culturale e artistica, sempre a causa della intransigente nobiltà che non volle accettare un governo forte. La Polonia è anche la patria del mondo slavo. Da qui si espanse l etnia e l idioma slavo. Slavi sono i popoli russi, polacchi, serbocroati, sloveni, ucraini. Furono per la prima volta assoggettati dai franchi nel VIII secolo ed evangelizzati nel X secolo da missionari aquileiesi e salisburghesi i polacchi, cechi, croati e sloveni e da Costantinopoli i russi e i serbi bulgari. Si è creata così una profonda scissione nel mondo slavo. Nel 1794 Cracovia fu, per breve tempo, occupata dai prussiani poi passò sotto l infl uenza austriaca e fu città libera solo dopo il trattato di Vienna (1815). Nel 1846 divenne capoluogo di un piccolo stato, embrione della futura Polonia che si realizzò dopo la seconda guerra mondiale. Cracovia fu occupata dai tedeschi il 6 dicembre 1939 e divenne capitale dei territori polacchi occupati. L occupazione fu tragica, furono deportati cinquantacinquemila ebrei. La cultura
polacca con l Università Jagellonica e l Accademia delle Scienze fu decapitata e sostituita dalla cultura tedesca dei territori orientali. Centottantasei docenti universitari furono deportati nei campi di concentramento di Sachsenhausen e di questi 28 persero la vita. Anche la biblioteca subì numerose perdite, molte opere d arte furono portate in Germania, poi a fi ne guerra furono restituite. Nel 1950 la Polonia subì forti cambiamenti, vasti territori furono ceduti all URSS e il resto passò sotto il controllo russo. Gomułka fu destituito ed esonerato dalla carica di segretario del partito comunista perché troppo liberal-socialista, troppo moderato. A lui seguì Rokossowskij che portò avanti riforme nell industria e negli armamenti. Furono nazionalizzati gli istituti di assistenza e la Caritas. Gli ordini religiosi furono soggetti a controlli. Nel 1950 un concordato con il Primate Wyszyński conseguì un modus vivendi con il clero e nel 1953 con la morte di Stalin si notò un ammorbidamento nei rapporti stato-chiesa. Gli scioperi di Poznań (1956), a cui aderirono anche gli intellettuali, aprirono la strada ad altri fermenti, si avanzarono nuove richieste: di passaggio di proprietà di stato a proprietà sociali, di partecipazione degli utili nelle fabbriche, ecc. Al potere fu chiamato nuovamente Wł. Gomułka (con primo ministro Cyrankiewicz) e l atmosfera cambiò. Fu data maggior libertà alla Chiesa, nelle fabbriche si formarono i consigli operai e si entrò in piena espansione. Gomułka creò cooperative agricole che si autofi nanziavano, lasciò libertà di pensiero. Iniziò un periodo nuovo per molti giovani scrittori e per le avanguardie nel campo dell arte. L architettura sviluppò il modernismo nazionale, eclettico e stilizzato. L industria si sviluppò a grandi passi. Nel 1976 a Gomułka successe Gierek e nel 1981 il potere passò a un consiglio di stato presieduto dal generale W.Jaruzelski. Nel 1989 si svolsero le prime libere elezioni concordate con il sindacato Solidarność e con esse si avviò un graduale processo di liberalizzazione dell economia, sulla base del piano preparato dal ministro delle fi nanze Leszek Balcerowicz sostenuto dal fondo internazionale monetario. Iniziò così la rinascita dell economia di mercato pur con grandi diffi coltà politico-sociali. Solo nel 1994 si notarono i primi buoni risultati. Ora il potere legislativo nella nuova Repubblica Polacca è esercitato da una Dieta e da un Senato rinnovati ogni quattro anni. Ogni cinque viene eletto il Capo dello Stato, il quale affi da al Primo Ministro l incarico della formazione del Governo. 21